Si dovrà cambiare, siamo già cambiati

Ieri sera è andata in onda una comunicazione del Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha smosso gli animi: ha fatto brindare, arrabbiare, restare attoniti. Nel mezzo di questa baraonda, purtroppo, è affogato un messaggio di portata immensa.

Si dovrà cambiare, riorganizzando le attività senza dimenticare il benessere delle persone.

Una frase apparentemente astratta, che però porta con sé numerose implicazioni di diversa natura. Lo dimostra anche il gruppo di lavoro costituito dal Governo che, in modo nuovo e inatteso, include sì economisti e manager di rilevo internazionale, ma anche esperti di psicologia sociale, disabilità, scienze umane. 

Niente sarà più come prima, saremmo sciocchi a pensarlo (e anche a sperarlo, secondo me). Con questo fermo forzato, il Coronavirus ha imposto ritmi, abitudini e punti di vista mai provati. Smart working estremizzato e didattica a distanza, certo, ma anche abitudini di consumo e di fruizione dei servizi nuove sia nei tempi che nei modi.

I cambiamenti sono già avvenuti in tutti gli aspetti della vita

Le consegne a domicilio prima del lockdown erano in grande maggioranza attribuite ad Amazon, mentre la spesa ordinaria era “fisica” e chiedeva ipermercati eternamente aperti come segno di evoluzione e progresso. Quartieri deserti e inquietanti hanno restituito valore ai piccoli negozi di quartiere, code lunghissime all’ingresso dei supermercati hanno fatto ritrovare il gusto della spesa al mercato o nei negozi di cui sopra. Ma non solo: nella necessità sono aumentati sia i commercianti che effettuano consegne sia i clienti che le richiedono, esternalità positive gli uni per gli altri.

Cambiando il servizio potrebbe non servire più un orario di apertura che tende a 24×7?

Lavorare da casa ha cambiato l’ottica con cui guardare le attività quotidiane dell’ufficio: le difficoltà hanno fatto rivedere le priorità e quelle che prima erano necessità assolute, urgenze, attività indispensabili, non sempre si sono rivelate tali quando si è stati costretti a scegliere.

Davvero tutti quei passaggi/riunioni/procedure/documenti erano necessari? Che valore ha la presenza fisica sul posto di lavoro? E’ l’elemento indispensabile per la produttività e/o ha un valore di team building che non avevamo considerato prima?

Scuola e sanità si sono dovute trasformare in tempi rapidissimi, più di quanto fossero riusciti a fare decenni di riforme e in direzione spesso inattesa.

Reti di persone e collaborazioni tra attività complementari o di filiera hanno dato origine a servizi nuovi. Case editrici e librerie indipendenti hanno portato a distanza un rapporto personale e diretto coi lettori, come si credeva impossibile fino a due mesi fa. E potrei citare molti altri casi felici.

I ragazzi, chiusi in casa nel momento in cui dovrebbero per definizione scoprire il mondo esterno alla famiglia, scoprono aspetti che mai avremmo imposto loro, se avessimo avuto scelta. Mille sfaccettature che potremmo valutare per giorni, senza mai arrivare a comprenderne l’impatto futuro.

La sfida

Quando ci verrà restituita libertà di movimento avremo visto una realtà parallela, che avrà inevitabilmente cambiato il nostro modo di pensare. 

  • In che modo si cambierà? Questo non credo sia comprensibile ad oggi, perché la componente umana è preponderante e imprevedibile.
  • E allora cosa possiamo fare? Dobbiamo arrivare al momento zero, quello in cui tutto sarà pronto a ripartire, preparati ad affrontare ogni evenienza.
  • Come possiamo essere pronti per qualcosa che non conosciamo? Con la maggior consapevolezza possibile di chi siamo, dei punti di forza e di debolezza che forse in questo momento di crisi abbiamo conosciuto meglio e ci hanno persino sorpreso.

Se ci avessero dipinto il quadro di quest’ultimo mese e mezzo un anno fa, avremmo dato del pazzo al nostro interlocutore e avremmo pensato di soccombere (noi e la nostra attività). Ora invece siamo vivi, acciaccati forse, ma vivi. Quali risorse abbiamo tirato fuori? Quali limiti abbiamo superato? Che valore possono dare le nuove risorse che abbiamo scoperto in condizioni più libere?

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